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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 94
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originale
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[94] Tu ipse paulo ante cum tamquam senatum philosophorum recitares, summos viros desipere, delirare, dementis esse dicebas. Quorum si nemo verum vidit de natura deorum, verendum est, ne nulla sit omnino.
Nam ista, quae vos dicitis, sunt tota commenticia, vix digna lucubratione anicularum. Non enim sentitis, quam multa vobis suscipienda sint, si inpetraritis, ut concedamus eandem hominum esse et deorum figuram. Omnis cultus et curatio corporis erit eadem adhibenda deo, quae adhibetur homini, ingressus, cursus, accubitio, inclinatio, sessio, conprehensio, ad extremum etiam sermo et oratio.
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traduzione
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94. E anche tu poco fa, quando hai passato in rassegna tutta l'assemblea dei filosofi, se cos? possiamo definirla,
hai chiamato gli uomini pi? illustri stolti, pazzi e dementi. Eppure se nessuno di questi uomini ? riuscito a penetrare la
vera natura della divinit? c'? seriamente da temere che gli d?i non esistano affatto.
Quanto alle vostre affermazioni sono tutte fantasticherie a mala pena degne della fantasia di una vecchierella
esaltata. Gli ? che voi non vi accorgete a quali ammissioni dovreste arrivare se riusciste a farci ammettere che gli d?i e
gli uomini hanno l'identico aspetto. La divinit? dovrebbe preoccuparsi e prendersi cura della propria persona cos? come
facciamo noi: dovrebbe badare cio? al suo modo di camminare, di correre, di sdraiarsi, di inchinarsi, di sedersi, di
afferrare gli oggetti ed, infine, anche al linguaggio da usare nella conversazione usuale ed in quella pi? impegnata.
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